Ambiente

Smaltimento, rimozione e bonifica amianto sono ancora un problema attuale

In Italia, l’amianto costituisce ancora un problema con cui dobbiamo fare i conti, pur essendo stato bandito oramai da parecchi anni.
Infatti, siamo ben lungi dal non doverci più preoccupare di ciò che riguarda smaltimento, rimozione e bonifica amianto.
Il tema resta attuale perché l’amianto sparso per il nostro territorio peninsulare è ancora moltissimo.
Per lo smaltimento definitivo dell’amianto, che si trova già stoccato all’interno delle discariche preposte, non esiste un vero e proprio piano nazionale; e comunque, queste aree non sarebbero sufficienti per accogliere tutto il materiale, qualora venisse rimosso in tutta l’Italia.

Anche se di origine naturale, l’amianto è un materiale molto pericoloso

Per chi non lo sapesse, l’amianto è un materiale che non è stato creato dall’uomo, come la plastica, il vetro o il cemento, ma lo si trova in natura, all’interno di diverse miniere, per lo più a cielo aperto.
L’amianto è un minerale di aspetto fibroso e dalla struttura microcristallina che si divide in sei composti, facenti capo a due grandi gruppi: gli anfiboli e i serpentini.

Gli anfiboli sono silicati di calcio e magnesio e tra questi vi sono:

  • la Crocidolite, conosciuta anche come amianto blu
  • l’Amosite, nota come amianto bruno e commercializzata con il nome di Grunerite e Cummingtonite
  • l’Antofillite
  • L’Actinolite
  • la Tremolite

Come amianto di tipo serpentino, che è composto da silicati di magnesio, troviamo:

  • il Crisotilo, chiamato anche amianto bianco

Le più grandi cave di amianto si trovano in Russia, Sud Africa, Finlandia, Stati Uniti, Canada e Italia, con la cava di Balangero, in provincia di Torino.
Il divieto di estrazione, vendita e importazione di amianto in Italia, risale al 1992 e molti altri Paesi hanno già fatto lo stesso.

Tuttavia, nonostante ne sia stata ampiamente dimostrata la pericolosità, lo sfruttamento di questo minerale è ancora in essere in paesi come la Russia, che ogni anno ne estrae circa due milioni di tonnellate, inviandone la metà a Cina e India.

Invece, è più che recente la notizia che in Brasile l’amianto, nella forma di crisotilo, è finalmente stato messo al bando dal Tribunale supremo federale.
Appare piuttosto evidente che il problema dello smaltimento, rimozione e bonifica amianto non è solo italiano ma mondiale.

Chi si occupa di smaltimento, rimozione e bonifica amianto in Italia?

Dopo la messa al bando nel 1992, l’Italia si è trovata a dover gestire la questione dello smaltimento, rimozione e bonifica amianto, in particolare dai tetti degli edifici del proprio territorio.
Purtroppo, l’utilizzo di questo materiale è stato talmente colossale che occorrerebbe uno sforzo quantomeno titanico per riuscire a mettere la parola fine al problema.

Per il momento, lo Stato ha fornito delle indicazioni su smaltimento, rimozione e bonifica amianto che variano a seconda della condizione dei materiali incriminati e ha istituito un Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, al pari delle procedure di bonifica delle fibre artificiali vetrose.

A questo Albo sono iscritte tutte le aziende autorizzate ad operare in presenza di amianto nei cantieri, a prescindere dal tipo di lavoro svolto: rimozione, incapsulamento o confinamento del materiale.

Per comprendere meglio come intervengono i Gestori Ambientali, abbiamo consultato il sito di Parmeggiani, un’azienda specializzata in smaltimento, rimozione e bonifica amianto, nella provincia di Bologna.

Anzitutto, per avere la conferma che si tratti proprio di amianto, l’impresa deve far eseguire un esame del materiale, inviandone un campione ad un laboratorio di analisi.
Infatti, ad occhio nudo non si può definire con certezza se ci si trova in presenza di amianto o di qualcos’altro.
In caso affermativo, occorre redigere un Piano di lavoro e comunicarlo all’organo di vigilanza competente sul territorio, che può essere l’Asl o un altro ente.

Come procedere alla rimozione dell’amianto

In base allo stato di conservazione dei materiali si procede nei seguenti modi:

  • con la rimozione, se i materiali sono danneggiati e rischiano di contaminare l’ambiente circostante
  • con l’incapsulamento, se il materiale è integro ma può subire danneggiamenti successivi, per esempio a causa degli agenti atmosferici come pioggia, sole e vento.
  • con il confinamento, se il materiale è integro e non è suscettibile di danneggiamento

Nel caso più estremo, quello della rimozione, deve far seguito la bonifica dell’area e lo smaltimento dei materiali rimossi, portandoli nelle discariche preposte a questo tipo di conferimento.

Tutti i passaggi devono essere eseguiti rispettando un protocollo molto rigido, necessario per garantire sia la sicurezza degli addetti ai lavori che quella dell’ambiente.
Infatti, non bisogna mai dimenticare che l’amianto è costituito da fibre nell’ordine di grandezza infinitesimale che, se inalate, possono causare malattie molto gravi.
Ecco perché le operazioni di smaltimento, rimozione e bonifica amianto vengono affidate solo a personale esperto, in grado di agire nelle migliori condizioni di sicurezza.

Ancora oggi, facciamo i conti con le morti di tanti che hanno respirato fibre di amianto nelle fabbriche dove erano impiegati, nonostante siano passati oltre 30 anni dalla sua messa al bando. Di fatto, siamo ben lontani dal poter ritenere conclusa la lotta contro l’amianto.