moda
Lifestyle

Moda: quando e perché nasce

Oggi seguite la moda, la amate e la idolatrate come se fosse sempre esistita, come se il concetto stesso di abbigliarsi “in modo”, quanto più simile possibile alla vostra celebrità preferita, sia assolutamente normale.

Vi siete mai chiesti, da semplici amanti dei bei vestiti ed accessori quali siamo, come e quando nasce il concetto di moda?

A quanto pare l’etimologia della parola moda è antica tanto quanto il mondo se si pensa che nell’antica Grecia, veniva usata senza nemmeno sapere che si stesse dando inizio a qualcosa di ben più grande. Gli abiti, sono sempre stati un simbolo di distinzione tra le classi sociali, chiaramente la differenza dei tessuti piuttosto che dei colori, si è caratterizzata con il tempo, poiché di variazioni ce ne erano poche e costavano anche tanto per l’epoca.

Moda: lo stile prende forma nei secoli

I primi sarti, che chiaramente erano uomini nel 1500 poiché alle donne erano riservati solo compiti secondari, erano chiamati a lavorare solo su commissione dai Re e dalle Regina dell’epoca. Non esistevano le taglie, i pezzi erano unici perché creati appositamente per la persona che lo richiedeva.

I tessuti non potevano essere ordinati direttamente dal sarto, doveva essere la Regina a farlo; il concetto di stilista, infatti, nasce proprio in quell’epoca, sebbene gli uomini e le donne di quel tempo non avessero libertà in merito alle proprie creazioni.

Fu solo nell’800 che il concetto di stile e di conseguenza, di moda, cominciò a prendere forma. L’abolizione delle leggi suntuarie, che prevedevano multe salatissime per l’epoca per tutti coloro, al di fuori delle caste borghesi, che avessero indossato oggetti o abiti di lusso, fu un grande passo avanti per la moda ma soprattutto per il popolo.

La moda oggi

Oggi, la moda, è un concetto accessibile a tutti o quanto meno si predispone ad esserlo. Tutti vogliamo sentirci in ordine, conformi alle regole della società; nessuno vuole sentirsi diverso e anzi contrariamente alle epoche lontane, dove vestirsi voleva indicare il proprio status sociale in modo predefinito, oggi i jeans rotti e lo stile rock tipico degli anni ‘90 di coloro che appartenevano alle classi sociali meno fortunate, sono diventate un must tra i giovani.

Un jeans “strappato a regola d’arte”, degli ankle boots con il tacco alto o basso come scarpe, sono di gran moda. Le regole sociali del vestire, però, non sono ancora del tutto cambiate: in ufficio si indossa il tailleur, magari non in tutti, in alcuni si può andare vestiti casual e in altri addirittura sportivi. Restano comunque valide, però, delle regole basiche: in occasioni formali si indossa la giacca e la cravatta per gli uomini, il vestito a tubino per le donne.

Non si sfugge da queste “costrizioni sociali”, a quanto pare è ancora necessario apparire in un certo modo.

Curioso come nella parola “Moda” se si cambia solo l’ultima vocale con la lettera “O” esce fuori il termine “Modo”.

“La moda rappresenta un modo di essere”; il gioco di parole è assolutamente voluto, proprio per specificare che in realtà, per quanto tutti si ribellino alla formalità e magari ad una tavola di capodanno, sono solo in due i maschi vestiti in giacca e cravatta o solo cinque le donne con le scarpe con il tacco e i vestiti eleganti, abbigliarsi elegantemente o informalmente è una necessità di espressione.

La moda oggi è ancora simbolo di distinzione, anzi forse lo è diventata ancora di più rispetto all’epoca in cui si vorrebbe vivere. Oggi va tutto, le scarpe a punta, i jeans strappati, più colori insieme e questo succede perché si sono fatti dei progressi ma i vecchi stili, comunque non tramontano mai.

La classe e lo stile non saranno mai al passo del concetto di eccesso. L’eccentricità va bene in determinati contesti e per alcuni personaggi della società dello spettacolo ma un cappotto classico color cammello, con una scarpa di camoscio e pullover di cashmere piuttosto che un décolleté con il tacco a spillo e un abito al ginocchio, saranno sempre ben accetti.