rischi da fumo ambientale
Scienza

Rischi da fumo ambientale

Riassunto
Il fumo di tabacco, contenendo una miscela di sostanze irritanti, tossiche e cancerogene, costituisce un rilevante fattore di rischio per l’uomo. Ciò è vero sia per chi ha l’abitudine al fumo, sia per coloro che si trovano a respirare aria inquinata dal fumo. Mentre i rischi da fumo diretto sono ben documentati fin dagli anni ’60 da numerose indagini epidemiologiche, il fumo passivo o ambientale solo più recentemente ha mostrato di costituire cause di morbilità e mortalità. Sebbene non paragonabili ai danni diretti, i danni indiretti da fumo passivo sono ormai largamente documentati e vanno ad interessare una frazione notevole della collettività che nel nostro Paese può essere valutata tra il 40% e il 50%. I soggetti più colpiti dagli effetti del fumo passivo sono in primo luogo i bambini ed in secondo luogo i conviventi con persone fumatrici, non escludendo da tale classificazione coloro che condividono spazi comuni in ambienti lavorativi. Il fumo nel periodo gestazionale rappresenta indubbiamente una causa di elevato rischio per l’embrione ed il feto, potendo comportare sia fenomeni abortivi, che effetti teratogenetici, che riduzione ponderale. Gli effetti negativi a carico del sistema neuropsichico seguitano a manifestarsi anche dopo la nascita. Il fumo materno nei primi anni di vita può rappresentare una rilevante causa nella sindrome di morte improvvisa del bambino, nell’induzione di malattie asmatiche ed allergiche, nella facilitazione delle infezioni respiratorie, di otiti medie e di perforazioni timpaniche e anche, come ovvio, di patologie neoplastiche a carico dell’apparato respiratorio. Anche l’adulto in presenza di fumo passivo ha aumentata probabilità di incorrere in patologie dell’apparato respiratorio, compresi i tumori, o di aggravare preesistenti situazioni asmatiche, bronchitiche e allergiche. L’apparato cardiocircolatorio è l’altro bersaglio del fumo passivo nell’adulto, nel quale può indurre episodi ischemici ed infartuali. L’estrapolazione al contesto italiano di dati epidemiologici raccolti in altri paesi porterebbe a stimare incidenze di morbilità e di mortalità di tutto rilievo. L’informazione e l’educazione appaiono gli strumenti più praticabili per una azione di prevenzione che dovrebbe essere altresì concomitata da interventi di delimitazione di aree, di limitazione e di interdizione del fumo.